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Una villa nel tramonto dell'impero
C’è chi l’ha definita la
Piazza Armerina di Puglia. E’ in effetti la residenza tardoantica in
corso di scavo in località Faragola (scavi iniziati nel 2003 dall'Università
degli studi di Foggia
e tuttora in corso), nel territorio di Ascoli Satriano, l’antica
Ausculum. Anche se finora l’area indagata, è solo parte di un
complesso molto più vasto e articolato, la villa di Faragola, databile
fra il IV e VI secolo d.C., si presenta già come uno dei più
significativi esempi di residenze rurali tardoantiche nell’Italia
meridionale. Le ricerche stanno ricostruendo una lunga vicenda, a
partire dalle fasi insediative che precedettero la villa, prima della
conquista romana della Daunia avvenuta tra la fine del IV e II secolo
a.C. Il sito di Faragola ha una collocazione per più versi strategica,
rispondente ai precetti degli agronomi romani Catone, Varrone e
Columella, relativi alla scelta del luogo ideale per la costruzione di
una villa: l’edificio è posto su un pianoro alle ultime propaggini
collinari che delimitano la fertile valle del Carapelle, a soli cinque
chilometri da Ascoli Satriano (Ausculum), del cui
territorio questa proprietà faceva parte, e a nove chilometri da
Ordona (Herdonia). La villa era dunque vicina a due
importanti centri urbani, nei cui mercati potevano essere venduti i
prodotti freschi e acquistati i generi necessari alla vita dell’azienda
agricola. A ciò che rendeva l’area di Faragola particolarmente adatta
all’insediamento era l’ampia disponibilità d’acqua, garantita da molte
sorgenti e dal fiume. Infine, la villa non era isolata, ma sorgeva lungo
un’importante arteria, che, oltre a dare sicurezza, garantiva facili
collegamenti (la via Aurelia Aeclanensis o Herdonitana).
Due sono i poli principali del complesso finora individuati: una
lussuosa cenatio (sala da pranzo) estiva e un ampio e
articolato balneum (terme). La circostanza non sorprende
poiché è nota l’importanza assunta dalle terme e dalle sale per
banchetto nelle residenze rurali tardoantiche, a conferma della
centralità attribuita dalle aristocrazie sia alla cura del corpo
sia ai piaceri della tavola, e in generale agli spazi e alle pratiche
della vita sociale e della convivialità.
La sala da pranzo - "Cenatio"
Ma
è soprattutto la
cenatio, la sala da pranzo, a fornire le indicazioni più
chiare sul progetto architettonico, decorativo e ideologico che sta alla
base dell’intervento edilizio promosso in età tardoantica dal dominus
(il padrone), di sicuro un personaggio colto, oltre che dotato di
cospicue risorse finanziarie, perfettamente integrato nelle forme di
vita e nelle manifestazioni tipiche della classe aristocratica cui
apparteneva. Il grande vano a pianta rettangolare (m. 10x17), dotato di
tre ingressi, si presentava come un padiglione, una sorta di “gazebo” in
giardino, provvisto di copertura ma con i lati lunghi aperti. In una
prima fase, tra la fine del IV ed inizi del V secolo d.C., il
pavimento era costituito da un grosso mosaico policromo con decorazione
geometrica del tutto simile ai pavimenti delle terme ed è verosimile che
già allora l’ambiente svolgesse funzioni di sala da pranzo,
probabilmente con la tradizionale sistemazione a triclino. Non molto
tempo dopo, nel corso del V secolo d.C., il dominus ritenne di
dare alla cenatio una sistemazione più lussuosa e monumentale,
oltre che fortemente innovativa. Le trasformazioni riguardarono
principalmente il pavimento e la realizzazione di un tipo particolare di
divano per banchetto (stibadium) in muratura, provvisto di
una fontana. Il pavimento, sovrapposto al precedente mosaico, fu
realizzato con lastre di marmo prevalentemente di reimpiego di vari tipo
e colore, sistemate in modo da creare tre diversi livelli pavimentali.
Particolare rilievo, per la posizione enfatica e il pregio dei materiali
impiegati, avevano tre tappeti in opus sectile,
originariamente montati forse su pareti e poi inseriti come emblemata
nella pavimentazione marmorea lungo l’asse centrale del vano.

la sala da pranzo - "Cenatio" |

particolare tappeti in "opus sectile" |

ipotesi di ricostruzione: la Cenatio |
Il divano per
banchetto -
"Stibadium"
L’elemento
di maggior spicco della cenatio è costituito dal raro
stibadium, il divano in muratura per il banchetto, collocato in
posizione dominante e in maniera enfatica sull’asse principale
dell’ambiente. Di forma grosso modo semicircolare, ha lo spazio centrale
occupato da una piccola vasca. Il rivestimento della struttura è
particolarmente accurato: le parti meno visibili, sono foderate da
lastre di marmo bianco, mentre la facciata presenta una decorazione
nella quale si integra sapientemente opus sectile marmoreo,
mosaico ed elementi scultorei figurativi. Il lato destro, meglio
conservato, presenta al centro un tondo di marmo bianco (oscillum)
scolpito a bassorilievo, inquadrato da due cornici di tessere musive di
pasta vitrea con foglia d’oro e di dentelli triangolari, con la
raffigurazione di una danzatrice davanti a un’ara sulla quale è
appoggiata una cista con avvolto un serpente. Un secondo frammento,
rinvenuto negli strati di crollo, conserva un volto femminile, con il
caratteristico copricapo di canne.

il divano per banchetti: lo Stibadium |

lo Stibadium: particolare bassorilievo |

ipotesi di ricostruzione: lo Stibadium
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Le Terme - "Balneum"
Le
terme comprendono: un ampio salone, gli ambienti tiepidi (tepidaria)
e caldi (caldaria), oltre a una serie di vasche. Alcuni vani
presentano una pregevole pavimentazione a mosaico con motivi geometrici.
L’ambiente di maggiori dimensioni, utilizzato forse ad uso palestra o
per altre attività termali, si caratterizza per un mosaico articolato in
quattro pannelli quadrati, mentre una cornice a foglie d’edera, cui sono
unite grandi foglie cuoriformi campite di rosa, segna il margine esterno
del pavimento. Oltre a una serie di vani di servizio, particolare
rilievo aveva nel complesso termale un ambiente (frigidarium)
pavimentato con grandi lastre di marmo, che consentivano l’accesso a
vasche di diverse dimensioni, tra cui si distingue una vera e propria
piscina (natatio). Il rinvenimento di una scultura in marmo
raffigurante un bambino cacciatore, con sembianze di un satirisco, databile al
II secolo d.C., conferma
l’alto livello degli apparati decorativi.

le Terme - "Balneum"
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ampio salone, utilizzata forse ad uso
palestra o per altre attività termali |

pavimentazione del salone -
particolare
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pavimentazione della
palestra dopo il restauro dei mosaici |
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