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La collina del Serpente

Quest’area della collina del Serpente, prossima al Parco archeologico dei Dauni “Pasquale Rosario”, era occupata da un lotto di “casette asismiche” statali costruite a seguito del sisma del 23 luglio 1930. Il terremoto causò la morte di oltre mille persone prevalentemente nelle province di Potenza e di Avellino. Molti danni anche nei comuni appenninici in provincia di Foggia ai confini con la Campania e la Basilicata. Quando l’amministrazione Comunale di Ascoli Satriano diede l’avvio nei primi anni 2000 ai lavori di demolizione delle “casette”, si riscontrarono da subito delle anomalie riferibili a contesti archeologici, pur già gravemente compromessi dalla presenza delle costruzioni, dagli scavi praticati dai proprietari delle case allo scopo di ricavare le cantine, nonché dalle opere di urbanizzazione.

 ( attualmente chiuso )

Tomba dell'askòs canosino

Pur rientrando nella diffusa tipologia funeraria del tipo a grotticella se ne distingue per la particolare monumentalità. Un ampio corridoio di accesso conduceva alla tomba rinvenuta integra ma parzialmente compromessa dal crollo, avvenuto in antico, della volta. Essa accoglieva due inumazioni, una delle quali, la più recente, sistemata su una sorta di letto funebre ricavato nel banco naturale. Il corredo era adagiato in parte sul letto funebre ed in parte ai suoi piedi. Il grande contenitore di fabbrica canosina con testa di medusa applicata (askòs) era affiancato da vasi in alabastro ed uno stiletto funzionale al prelievo dei prodotti (cosmetici o unguenti) in essi contenuti, una cassetta in osso e coppe in vetro. L’altra deposizione risultava collocata, invece, direttamente sul terreno.


Monumento funerario

L’edificio, costituisce un significativo esempio di architettura funeraria per le peculiarità stilistiche che ricorrono per la prima volta nel territorio dauno. Esso subì spoliazioni sia del corredo che degli stucchi di cui sono conservate le impronte lungo le pareti probabilmente negli anni ’30 durante lavori di sbancamento che coinvolsero quest’area per la costruzione di alloggi popolari. Presenta un’ampia camera rettangolare interamente rivestita da intonaco bianco, con volta a botte, cui si accedeva attraverso una fornace. Le murature presentano un nucleo in ciottoli fluviali mentre la volta è stata realizzata assemblando tegole con laterizi. Il paramento in opus mixtum presenta alcuni cubilia disposti ad arco in facciata. Un dromos breve e piuttosto ripido conduceva all’ingresso dell’edificio, posto ad un livello più basso rispetto al coevo piano di calpestio ed alla limitrofa strada che collegava Ausculum con Venosa. In una fase successiva l’ingresso della tomba fu occluso mediante due muretti a doppia cortina.


Altre tombe

Tomba a grotticella   Tomba alla cappuccina   Tomba a cassone


La scoperta

Nel corso degli scavi per la costruzione di case popolari nel 2002, sulla collina Serpente, è venuto alla luce un ampio insediamento di epoca romana, una necropoli, databile IV - III sec. a. C. La necropoli era composta da: un monumento funerario, 2 tombe a grotticella, 2 tombe a cassone, ed una tomba alla cappuccina. In una tomba è stato trovato un ricco corredo funebre: unguentari, specchi di bronzo, askos e resti di donna romana.




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pietre tombali in tufo alcuni oggetti rinvenuti maschera funeraria

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