La fiera di San
Giacomo
La
fiera di San Giacomo prende il nome dall’anonima contrada agricola,
meglio conosciuta come “Boschetto”, dove veniva allestita e si svolgeva
negli anni passati, fino a quando non è stata assegnata, come per la
fiera di Santa Lucia, la zona del Serpente, quale sede di svolgimento.
Stando alla tradizione, la fiera di San Giacomo apriva, in primavera, il
nutrito ciclo di mostre commerciali del bestiame che si svolgevano nel
circondario territoriale di Ascoli. L’esposizione di San Giacomo, dal
momento che si effettuava in contrada agricola, aveva un carattere quasi
di fiera specializzata nella mostra e nella compravendita di animali
equini, che servivano, necessariamente, alle aziende in vista dei lavori
inerenti la raccolta del grano. A tale scopo i titolari delle piccole e
grandi fattorie, operando una rigorosa selezione in base alle esigenze
aziendali, acquistavano cavalli, muli, giumente, asini, per assicurarsi
quella indispensabile forza motrice costituita, in passato, dagli
animali da soma e da traino. Ai proprietari terrieri si affiancavano,
ovviamente, in queste operazioni d’affari i carrettieri di professione,
i quali eseguivano per conto di terzi il lavoro di carriaggio dei
covoni, oltre che di ogni altro prodotto e materiale. In una fiera
specializzata come quella di San Giacomo, tenuta per di più fuori del
centro abitato, l’esposizione delle merci, che si accompagnava di
solito, alla mostra del bestiame, assumeva una secondaria importanza,
per la sua funzione complementare e per il suo carattere aggiuntivo
rispetto al dato principale della manifestazione, costituito dal mercato
del bestiame.
La fiera di Santa
Lucia
La
fiera di Santa Lucia è stata fino a qualche decennio fa, e forse ancora
è, una delle più importanti manifestazioni commerciali ascolane.
Svolgendosi al termine dei più importanti cicli lavorativi agricoli, la
fiera metteva in rilievo un carattere più generale, nel quale si poteva
scorgere gli aspetti di una vera e propria fiera campionaria interessata
a molteplici attività commerciali. L’esposizione e la compravendita
delle merci facevano assumere, pertanto, al mercato un significato
essenziale, rappresentando parte integrante della fiera, che aveva per
protagonisti non solo agricoltori ed allevatori, ma anche operatori
economici e commerciali di ogni ordine e livello oltre ai pellegrini e
ai fedeli provenienti da tutti i paesi vicini per motivi esclusivamente
di culto. Il culto di Santa Lucia rappresentava, e rappresenta ancora,
il nucleo centrale delle manifestazioni del 13 dicembre, che vedeva una
larga partecipazione popolare motivata da un ardore di fede non comune.
Moltitudini di pellegrini e fedeli affluivano alla vecchia e piccola
chiesetta dedicata alla Santa. Questa folla enorme, dopo aver adempiuto
agli obblighi di fede, si riversava poi nelle strade cittadine, nelle
quali erano esposte le merci e prodotti di ogni genere, da piazza Cecco
d’Ascoli ( ora Piazza Giovanni Paolo II ) a corso Umberto, da via Garibaldi a via San Rocco, fino alla
zona del Serpente, dove era il mercato del bestiame. La zona del
Serpente non sempre era sufficiente a contenere l’esposizione del
bestiame, quindi si rendeva necessario l’utilizzo anche di piazza
Plebiscito ( ora Piazza San Francesco d'Assisi ) e spesso anche la zona Torre Vecchia sulla collina Pompei, quest’ultima peraltro è stata, tanti anni fa, la sede ufficiale della
fiera. Il mercato, nel quale veniva messo in vendita ogni genere di
prodotto, ha assunto negli anni, man mano che la fiera del bestiame
subiva un processo di decadenza continuo ed inarrestabile, un aspetto
preminente nelle manifestazioni connesse alla festa di Santa Lucia. La
meccanizzazione agricola ha infierito, infatti, un colpo mortale
all’istituto secolare della fiera. E’ raro, ormai, vedere dei cavalli
esposti nella fiera, dato il venir meno del loro valore nella economia
delle aziende, che utilizzano per i lavori agricoli ogni genere di
macchine.
Fonte:
http://www.anspiascolisatriano.it/
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