| 
            La pietra usata nelle costruzioni del 
            centro urbano di Ascoli Satriano non ha una grande varietà di tipi, 
            ciò per il numero limitato di formazioni geologiche presenti idonee 
            ad essere utilizzate quali cave dei materiali litei utili per le 
            costruzioni dei corpi di fabbrica del centro urbano. Infatti la 
            giovane età geologica del territorio ascolano, fa si che la più 
            antica formazione non è antecedente al pliocene. Il materiale liteo 
            presente è quello caratteristico delle formazioni sedimentarie, in particolare il tipo 
            puddinga (murgia), la suta e la crusta. Il centro 
            urbano è dislocato su quattro colli: Castello ( Serra ), Torre 
            vecchia ( Frontino ), San Potito ( S. Marena ) e Serpente. Sui primi 
            tre colli il tessuto urbano insiste direttamente sul conglomerato 
            poligenico tipo “puddinga”, adagiato a sua volta sulla formazione 
            sottostante sabbia-argillosa. Sulla collina del Serpente il tessuto 
            urbano insiste, per la maggior parte, su formazione di conglomerato 
            poligenico compatto, consolidato ma non cementato. 
            Le cave e le provenienzeIl materiale liteo reperito in loco, 
            utilizzato nelle costruzioni ascolane, si riassume nel seguente 
            elenco: ciottolo, blocco di puddinga, blocco di arenaria (suta), 
            blocco di crusta, anche a grossa scaglia. Le cave da cui si 
            estraevano tali materiali potevano essere aperte ed utilizzate nei 
            seguenti siti: per i ciottoli gli alvei dei torrenti 
            sopratutto il fiume Carapelle, per i blocchi di puddinga 
            nelle corrispondenti formazioni geologiche che nel centro abitato 
            sono largamente affioranti. Dalle aperture di cantine e grotte si 
            ricavava abbondante materiale da costruzione, per i blocchi di 
            suta nelle omonime formazioni di arenaria in occasione di scavi 
            per sbancamento e per fondazioni, per i blocchi o scaglie di 
            crusta dai cumuli di spietramento di terreni agricoli. 
            Nell'arredo urbano della città è presente anche materiale liteo la 
            cui origine non è locale. Circa la provenienza dei vari tipi di 
            pietra possiamo osservare quanto segue: il tufo presente 
            nelle strutture edili di Ascoli Satriano fin dall'epoca Daunia V-IV 
            secolo a.C. può provenire dalle cave di Canosa e Manfredonia, 
            calcari sedimentari sono di provenienza delle cave della Murgia 
            o del Gargano, le pietre granitiche provengono da cave non 
            conosciute o da cave del centro-nord o da cave estere, le pietre 
            basaltiche possono provenire o da cave del monte Vulture in 
            Basilicata di origine vulcanica o da cave della Campania vulcanica.
 
            Il ciottoloIl ciottolo costituiva nel passato il 
            materiale più versatile, economico e diffuso tra i materiali da 
            costruzione utilizzati nel campo delle costruzioni edilizie del 
            tessuto urbano cittadino. I ciottoli erano utilizzati principalmente 
            per la costruzione di pavimentazioni stradali, cortili, scalinate, 
            pavimenti di locali interni, murature e muri portanti. Il loro uso è 
            attestato da numerosi ritrovamenti archeologici risalenti all'epoca Daunia (vedi pavimentazioni del Parco archeologico). Pregevole 
            esempio di mosaico a ciottoli costruito in età moderna è quello dei 
            grandi ripiani dei gradini della scalinata monumentale di accesso al 
            piazzale della chiesa della Madonna di Pompei costruita nel 1901 dal 
            canonico don Paolo Sannella, con il concorso del Comune di Ascoli 
            Satriano, dei fratelli Merola e Bonetti e dagli artigiani della 
            città.
 
                 
            da sinistra: Pavimentazione del Parco 
            archeologico, scalinata di accesso al 
            piazzale della chiesa della Madonna di Pompei, particolare di 
            mosaico a ciottoli. 
            La pietra squadrata Nelle costruzioni ascolane la pietra 
            squadrata è presente solo nella edilizia pubblica religiosa e 
            civile. Prima di tutto la maestosa facciata della Cattedrale 
            eseguita completamente di cornici di pietra calcarea di colore 
            grigio e varie tonalità, rosato, marrone chiaro. La stessa pietra 
            squadrata è stata utilizzata per costruire il ponte romano sul Carapelle, la facciata della chiesa dell'Incoronata fatta di pietra 
            calcare bianca. Nell'edilizia pubblica civile la pietra squadrata si 
            riscontra nell'Arco di S. Antonio Abate o dell'Ospedale, le pareti 
            della Torre dell'Orologio che domina l'arco di Porta Nuova. La 
            pietra squadrata ha trovato un suo utilizzo nella sistemazione delle 
            strade pubbliche. Sia sotto forma di blocchi parallelepipedi estesi tipo basole, che di forma allungata tipo cordoni di 
            marciapiede. La pietra squadrata trova impiego come copertura dei 
            muretti di affaccio che delimitano strade pubbliche a mezza costa o 
            scalinate.
 
                      
            Il portaleIl portale di pietra rappresenta 
            l'elemento più qualificante dell'arredo della facciata. Sulle chiavi 
            possono essere incise le seguenti informazioni: l'anno di 
            costruzione, in cifre arabe o romane, le iniziali del proprietario 
            di casa, oppure nome e cognome accompagnate da parole latine. Sul 
            fregio sono presenti stemmi di case gentilizie oppure elementi 
            decorativi di tipo vario. La tipologia dei portali è variabilissima 
            nelle forme e dimensioni. Dal punto di vista dimensionale si hanno i 
            grandi portali monumentali tipo la Porta di S. Antonio Abate, il 
            Palazzo Ducale e di Palazzo Angiulli. Meno monumentali ma non meno 
            grandi sono i portali di ingresso dei palazzi appartenuti alle 
            cosiddette famiglie "civili" del XVIII e XIX secolo: 
            Caggese, De Benedictis, 
            Visciòla, Papa, D'Autilia, d'Errico, Chieffo, etc. Non meno 
            importanti sono i portali di dimensioni normali che rappresentano la 
            stragrande maggioranza. I caratteri dei portali si differenziano 
            soprattutto per i tipi di architrave: circolare a tutto sesto o a 
            sesto ribassato, ellittico, a tutto sesto e a sesto ribassato, a 
            doppio flesso, ogivale, a curva policentrica, semplicemente 
            orizzontale.
 
                     
                     
            alcuni portali 
            
            Il
            fregioIl fregio costituisce la parte decorativa del 
            portale. La chiave ed i piani d’imposta dell’arco molto spesso sono 
            lavorati a fregio, in maniera ricercata ed elaborata.  Con frequenza la chiave riporta la 
            data di costruzione e le iniziali del proprietario dell’immobile, 
            sotto motivi decorativi la cui tipologia è la seguente: scudo con 
            armatura medievale, aquila bicipite sotto una corona, nomogramma di 
            famiglia più o meno elaborato, stemma di famiglia, spirali, onde, 
            altorilievi e bassorilievi, palme, cordoni, lance, gigli, foglie e 
            ghiande di quercia, toro, capro, testa di leone, quadrifoglio.
 
                      
                     
            alcuni fregi 
            La finestraLa finestra e la presa di luce e d’aria, 
            in genere, sono delle strutture più semplici dei portali, la varietà 
            tipologiche sono più limitate, qualche volta sono decorate. Il tipo 
            più diffuso è quello più semplice è quello rettangolare o quadrato. 
            Non mancano tipi di finestre più elaborate quali: ellittiche, 
            ovoidali, circolari, semicircolari, polilobate, mistilinee a tratti 
            concavi e convessi. Quest’ultimo tipo è presente solo sul prospetto 
            principale di Palazzo Angiulli ( Caserma vecchia ). Le prese d’aria 
            e luce spesso sono dotate di inferriate pesanti ( palazzo Merola ). 
            A volte gli elementi che compongono la finestra sono lavorati 
            semplicemente con linee di cornici o scanalature.
 
                 
                 
            alcuni tipi di finestre 
            Il balconeIl balcone, oltre la portale che delimita 
            l’apertura, è costituito dai seguenti elementi: la mensola di 
            affaccio, mensole di sostegno ed eventuali sottomensole e la 
            ringhiera di affaccio. Il portale delle aperture dei balconi in 
            genere è del tipo semplice rettangolare. La mensola di affaccio è 
            costituita da una o più lastre di pietra squadrata che si incastrano 
            nella muratura del fabbricato in posizione centrale rispetto 
            all’asse dell’apertura del balcone. La mensola e le sottomensole di 
            sostegno, sono elementi di pietra, più o meno lavorati, che si 
            incastrano nel muro al disotto delle mensole di affaccio. Le varietà 
            presenti sono numerose: semplici, parallelepipedi, a goccia, a 
            volute, a lama di coltello, a conchiglia, mistilineo con flessi.
 
                 
                 
            alcuni tipi di sottomensole di 
            sostegno per balconi 
            L'anelloL'elemento di pietra comune a tutti i tipi 
            di corpo di fabbrica è l'anello. L'anello è un elemento importante 
            per la gestione degli animali da trasporto e da fatica, in una 
            comunità prettamente agricola. Ad esso si legavano l'asino, il mulo 
            o il cavallo per le operazioni di carico, scarico e sosta nel centro 
            abitato. Era il parcheggio degli animali ! Incastrato nel muro 
            preferibilmente ai lati della porta, l'anello nella forma più 
            semplice ed economico è proprio un anello di ferro. Quello di pietra ha una tipologia di forme la cui lavorazione raggiunge discreti 
            livelli di scultura. La forma più diffusa è l'anello di pietra 
            incastrato nel muro con il foro in posizione verticale. Esistono 
            forme più elaborate sulle pareti dei palazzi signorili: a pomo con 
            foro orizzontale (palazzo d’Autilia in largo S. Marena), a 
            telescopio con rastremazione verso la parete senza foro, a pinnacolo 
            con i quattro spigoli ondulati con foro orizzontale per 
            l'applicazione di un asse di legno (palazzo Chieffo in via S. 
            Rocco), a parrozzo ( fungo schiacciato ) con inciso una croce e 
            quattro punti nei cantoni (via Sanniti), maschera deforme con anello 
            di ferro in bocca (via S. Rocco), maschere stilizzate a lineamenti 
            antichi con anello di ferro in bocca (corso Umberto I), maschere 
            stilizzate a lineamenti antichi con anello di ferro in bocca 
            (palazzo De Benedictis). I tipi a maschera oltre che funzione di 
            attacco degli animali hanno anche funzione estetica di decoro dei 
            palazzi. In genere sono in numero di quattro-sei.
 
                     
                     
            alcuni tipi di anelli in pietra 
            
            La mascheraAltro elemento presente nell’arredo urbano 
            è la maschera di pietra. Oltre ad essere utilizzata molto spesso sui 
            cantonali per motivi scaramantici e come porta anelli per motivi di 
            utilità, la maschera la ritroviamo come motivo decorativo sui due 
            archi monumentali di S. Antonio Abate o dell’Ospedale e di villa 
            Capece Bozzuto-Marulli. Le maschere sono utilizzate come porta 
            anelli sul prospetto di Palazzo De Benedictis, in 
            corso Umberto I e in via S. Rocco.
 
                     
            sopra: le maschere utilizzate come 
            porta anelli sul prospetto di Palazzo De Benedictis 
                     
            altri tipi di maschere 
            Il doccioneElemento accessorio dei prospetti, il 
            doccione ha la geometria del tronco del semicono cono allungato 
            cavo. E’ presente alla fine dei compluvi delle falde dei tetti per 
            smaltire le acque meteoriche scolanti sulle coperture delle case, 
            evitando lo scorrimento delle stesse sulle pareti. Una serie 
            numerosa è presente sull’Estramurale Pozzello, esempi sono presenti 
            in Corso Vittorio Emanuele II, in via San Rocco, Rampa Corradino.
 
            Il paracarroLa funzione stessa dell’elemento ne ha 
            suggerito il nome. Questa pietra lavorata veniva installata agli 
            spigoli delle strade o anche lungo di esse per preservare i muri da 
            danni per strisciamento dovuto ai mozzi dei mezzi di traino durante 
            il passeggio o quando giravano agli incroci delle strade. Tali 
            elementi venivano utilizzati anche nei grandi portoni delle case 
            signorili per preservare gli stipiti di pietra dagli strisciamenti 
            dei mozzi delle carrozze quando entravano e uscivano dagli androni. 
            Come paracarri in Ascoli sono stati utilizzati numerosi conci e 
            tronchi di colonne calcaree e di granito scuro: Piazza Plebiscito 
            (Piazza S. Francesco), rampa Corradino, corso Belvedere, Corso 
            Vittorio Emanuele II, via Sanniti, via Duomo, via Castello.
 
            L'epigrafeLe epigrafi sono tutte di tipo semplice, 
            una lastra di pietra calcarea più o meno lucidata, su cui sono 
            incise delle lettere. Non considerando le epigrafi di tipo 
            archeologico, registriamo la scarsa presenza e significativa di tale 
            elemento nell’arredo urbano. In piazza Giovanni Paolo II, sul lato 
            meridionale, commemora l’eccidio della rivoluzione liberale del 1799 
            e risale agli anni ’20 del 1900, in via Duomo sulla parete destra 
            della Cattedrale ricorda la venuta di Papa Giovanni Paolo II nel 
            maggio del 1987, sul portale della chiesa del Santissimo, ricorda la 
            costruzione della chiesa nel 1796, in largo Aulisio, ricorda i 
            tragici fatti del settembre 1943, quando persero la vita numerosi 
            cittadini ascolani, targa commemorativa dello storico Romolo Caggese 
            in via Sanniti, targa commemorativa del dott. Pasquale Rosario in 
            via Castello, in largo Municipio, all’ingresso di palazzo Visciòla 
            la commemorazione della vittoria nella guerra del 1915-1918, alla 
            caduta del fascismo è stata scalpellata.
 |