Home > vivere Ascoli > Servizi speciali > Il dialetto ascolano: origini ed evoluzioni

“… il dialetto ascolano appartiene al vasto gruppo centro-meridionale ed alla sua sezione abruzzese, molisano, pugliese settentrionale, campano, lucana …”


Il dialetto ascolano deriva, come gli altri idiomi italici, dal latino volgare diffuso dai soldati, dai cavalieri, dai commercianti, dai magistrati, dai coloni di Roma in tutte le regioni dell’impero e, soprattutto, in quelle che costituirono, in seguito, la cosiddetta Romània.

Il sermo vulgaris, il sermo rusticus, il sermo plebejus, i linguaggi popolari romani e latini in genere, dalle caratteristiche più semplici e meno articolate, tanto nella fonetica e nella morfologia quanto nella sintassi, rispetto al latino cosiddetto letterario, parlato e scritto dai poeti, dagli scrittori, dagli intellettuali dei circoli culturali romani, si sovrapposero e si fusero  con le lingue delle popolazioni sottomesse, talora estranee alla grande famiglia linguistica indo-europea, adattandosi alle molteplici e varie condizioni storico-ambientali dei diversi paesi. Si formarono diverse lingue, per le quali il latino volgare costituì una base comune ma non unica, che, condizionata variamente dagli antichi linguaggi prelatini e da quelli di altri popoli invasori, subirono evoluzioni particolari fino a divenire autonome con dignità letteraria. Queste furono e sono le lingue neolatine, le quali del latino costituiscono la continuazione. Con esse, anche se con un certo, ovvio ritardo, fiorì il volgare italiano nel quale si isolano e si distinguono diversi gruppi linguistici comprendenti i vari dialetti regionali e locali.

Il dialetto ascolano appartiene al vasto gruppo centro-meridionale ed alla sua sezione abruzzese, molisano, pugliese settentrionale, campano, lucana. Si isola, non a caso, la sezione pugliese settentrionale dal resto della Puglia, perché  le condizioni linguistiche dell’area garganico-foggiana si differenziano sensibilmente da quelle estremamente corrotte dei dialetti dell’area barese e da quelle spiccatamente conservative dei dialetti salentini.

La conservatività linguistica va vista in riferimento alle originarie condizioni native delle varie parlate e, sotto questo aspetto, i dialetti pugliesi settentrionali risultano non molto corrotti e mantengono un buon grado di latinità, che li avvicina a parlate più nobili come quelle salentine e toscane.

Ascoli sembra entrata, linguisticamente, nell’area foggiana da non molti anni, secondo un processo accentuatosi in questo e nel secolo precedente di pari passo con la progressiva perdita di prestigio da parte della città, passata da centro agricolo, religioso e culturale di gran rilievo nel subappennino meridionale ad emarginata località di periferia del capoluogo dauno. La rivoluzione tecnologica avvenuta nell’agricoltura ha sottratto ad Ascoli la sua antica funzione nella vasta area di confine nella quale geograficamente si trova, distaccandola dall’orbita culturale napoletano-irpina, in cui è stata per secoli.

La città oggi tende decisamente a far capo a Foggia per ogni aspetto culturale e di vita. La tendenza si riflette sensibilmente sulle condizioni linguistiche, che appaiono instabili, soprattutto in campo fonetico.

Il continuo modificarsi del dialetto ascolano è determinato e favorito dalla posizione geografica del paese, posto nelle immediate vicinanze  dei confini di tre regioni: Puglia, Campania e Lucania. Gli idiomi dei paesi di queste tre regioni operano sul dialetto ascolano condizionamenti molto profondi, che continuano quelli da esso subiti, in passato ed in determinate condizioni storiche soprattutto per l’influsso travolgente dei dialetti napoletani.

Un’azione di prestito linguistico, lessicale in modo particolare, è stata esercitata per lungo tempo dai molti pastori lucani ed abruzzesi, che scendevano in Puglia per la transumanza e che, in gran numero, si sono insediati nelle campagne e nella città di Ascoli, fondendosi  con la sua popolazione.

Andando più indietro nel tempo, il nostro dialetto dovette subire, al pari degli altri idiomi meridionali, gli influssi delle lingue dei vari dominatori delle regioni del Mezzogiorno: spagnoli, francesi, normanni, longobardi, arabi, greci. I prestiti linguistici di queste popolazioni non si trasformarono, comunque, in vere sovrapposizioni e la base latina del dialetto non fu modificata né scalfita.

A questi influssi molto antichi ed a quelli più recenti si aggiungono oggi quelli provenienti dai paesi dell’area foggiana, ed è possibile coglierne altri ancora di paesi molto esposti ai condizionamenti  dell’area barese: Orta Nova, Stornarella, Stornara e soprattutto Cerignola, che dei dialetti baresi ripete forme e modi. Si tratta, comunque, di fenomeni linguistici in atto, che è possibile scorgere ma non ancora esaminare ed analizzare in tutta la loro sostanza e complessità.


Fonte:
-
Ascoli Satriano, storia, arte, lingua e folclore” di Francesco Capriglione e Potito Mele 1980


Ascoli Satriano, visitando il borgo -  © web design by Piero Pota   ( www.ascolisatrianofg.it )