Nella
gastronomia tradizionale ascolana un posto di riguardo spetta alle
verdure ed erbe selvatiche che crescono nelle campagne non
coltivate, in altri tempi nelle “mezzane” , nei terreni tenuti a
“maggese” e lungo le strade di campagna. La maggior parte delle
erbe selvatiche commestibili si raccolgono in primavera: marzo,
aprile, maggio, e anche ad ottobre, novembre e dicembre. Di
seguito sono elencate alcune di esse: asparago,
cardoncella, cardo acquarulo, cardo asunino,
cicoria, cicorione, chiapparino, cimammarella,
ferola, finocchietto, ieta, lampasciòne,
marasciòne, rucola e sivone. L’asparago:
una ricetta classica è “la frittata di asparagi”, è l'emblema
della classica scampagnata che gli ascolani effettuavano il Lunedì
dell'Angelo (Pasquetta) al Boschetto (Selva S. Giacomo).
L'asparago selvatico costituisce l'infiorescenza di una pianta
arbustiva avente le foglie ad aghi, molto fitti e pungenti. Di
solito l'arbusto è presente nelle adiacenze dei perastri o nelle
siepi di rovi. La rucola: è una delle poche erbe
selvatiche estive, è leggermente piccante, spunta dopo i primi
temporali estivi nei terreni lasciati incolti a maggese. Le
maggesi (majese) sono ormai del tutto scomparse. La rucola oggi
cresce lungo le banchine stradali o nei residui terreni non
coltivati. Qualche varietà è anche coltivata in orto. Una volta i
"terrazzani " e braccianti, si recavano la mattina presto nelle
maggesi, raccoglievano la rucola, la disponevano a mazzetti dentro
cestini di vimini, che portavano alla "chiazzetta" per venderla.
La cardoncella: è l’erba nobile del pranzo di Pasqua
( spezzatino di agnello con cardoncelle ); la cicoria:
altra erba speciale per il pranzo Pasquale ( Minestra di cicorie
).
|