Home > vivere Ascoli > Servizi speciali > Rossi Liliana, una figura di libertà


... Anche se la vita, che dicevi bella, troppo presto ti ha tradita e quando più intenso era il fervore delle opere, del pensiero e degli affetti; Anche se lo spirito tuo, da te trasfuso con semplice e totale dedizione nell’arte, nelle scienze e in tutte le cose in cui hai creduto, non potrà più esserci prodigo del suo immenso tesoro di amore e di umanità; Anche se il tuo sorriso e la tua grazia non potranno più illuminarci né sollevarci; Quanto hai operato non è stato vano per quelli che, allora ed ora, al tuo contatto e nel tu ricordo, hanno imparato e impareranno ad essere migliori ...” ( Franco de Giovanni )

" La dolcezza e l'amore per gli altri "

Liliana Rossi nacque a Bovino (FG)  il 4 novembre 1932, da Francesco Rossi, medico e Giuseppina Rainone. Il padre, ottenuta la carica di medico condotto ad Ascoli Satriano (FG), trasferì la famiglia in quella città in via Mazzini. Liliana era la prima figlia e a lei seguirono Angelo, Bruno, Antonio (deceduto un mese dopo la nascita) e infine Lea. Gli anni in cui ha vissuto, tra il 1932 e il 1956, sono stati sicuramente i più difficili, perché hanno visto le vicende terribili del fascismo, delle leggi razziali, della guerra, della distruzione, ma sono anche stati gli anni che hanno prodotto grandi cambiamenti: la nascita della repubblica, la costituzione, il ricostruirsi dei partiti politici, il voto alle donne. Questi fermenti Liliana li ha vissuti proprio tutti dalla prospettiva di un piccolo paese diviso tra Signori e Cafoni, ma anche con l'occhio di chi dalla famiglia borghese ed in particolare dalla madre napoletana, donna di cultura, amante della musica, ha la spinta a coltivare lo studio e la musica, ma anche a non trascurare la povera gente che il padre medico, quotidianamente curava in paese e nelle campagne circostanti di Ascoli Satriano. Nel 1948, Liliana consegue la maturità classica presso il Liceo Classico di Foggia, si iscrive all'Università di Napoli, studia giurisprudenza e si laurea il 28 novembre 1953 a soli 21 anni con il massimo dei voti e la lode,  con una tesi sul Diritto Costituzionale.
 

Contemporaneamente ha conseguito il diploma di violino, segue la scuola di perfezionamento a Siena, organizza con gli amici di Foggia il circolo del cinema, partecipa ad un concorso all'orchestra Scarlatti di Napoli. Subito dopo la laurea, si iscrive al PCI e si dedica ad una partecipazione attiva. Negli incontri di caseggiato con le donne contadine e braccianti Liliana si scontra con una condizione di vita cui non è abituata e quasi si vergogna di essere testimone di tanta miseria. In particolare la sua solidarietà si esprime verso le donne, escluse tra gli esclusi, sottomesse ai maschi di casa secondo la secolare consuetudine del sistema patriarcale, ed organizza incontri in cui insegna alle ragazze elementari norme igieniche e i rudimenti dell' alfabetizzazione. E' emblematico l'episodio di un comizio, tenuto ad Ascoli un mese prima della sua morte, in cui alla fine venne accompagnata a casa in trionfo da una fiumana di donne. Era la prima donna a tenere un comizio, tutto il paese era accorso a sentirla e Liliana parlava in modo chiaro diretto, di cose concrete e tutti riuscivano a capirla.

Le testimonianze di tutti confermano come tratto fondamentale del suo carattere la semplicità, la concretezza, la dolcezza, l'amore per gli altri. Un tratto che Liliana aveva certamente appreso dalla relazione di affidamento e fiducia che aveva con la madre, che aveva arricchito con la sua formazione cristiana e cattolica e che aveva trasferito nel suo impegno sociale e politico, per il riscatto delle classi meno abbienti, escluse dai diritti fondamentali di lavoro, di studio, di riconoscimento della propria dignità di persona. Sono gli anni della riforma agraria, delle lotte dei braccianti di Cerignola, di Torremaggiore; i contadini, i braccianti, il popolo, vivevano in tuguri malsani senza fognature, senz'acqua, senza energia elettrica e, quel che più conta, senza mangiare. Anche in politica è stata una precorritrice, precorritrice di qualcosa che negli anni sarebbe diventato diffuso, essere cristiana e comunista; ma sono gli anni della scomunica per chi milita nei partiti socialista e comunista. Anche in questo Liliana conserva la sua specificità femminile: sfugge alle catalogazioni e mette insieme piani diversi, a volte perfino contraddittori, e fa politica non sulla base di presupposti ideologici ma come agire concreto, si prende cura del proprio ambiente, cerca di porre rimedio alle ingiustizie, estende agli altri la libertà che ha conquistato per sé, cerca di sanare i conflitti interponendo la sua capacità di mediazione. Questo essere comunista, credente e praticante che lei viveva con naturalezza, le creò sospetti e antipatie nel partito per la sua origine borghese, nel Liceo Musicale di Foggia, dove a lei apprezzata violinista fu offerta una cattedra di lettere, negli ambienti borghesi che vedevano in malo modo il suo interesse per quegli straccioni, nella chiesa ufficiale, dove portava scompiglio.

Segno di questa contraddizione l'episodio legato alla sua morte improvvisa causata da una embolia a soli 24 anni, il 18 giugno 1956. Benedetta dai sacramenti quando era ricoverata presso gli OO.RR. di Foggia, le vengono negati i funerali religiosi ad Ascoli. Ma la sacralità negata viene compensata dall'accorrere di ragazze vestite di bianco da tutte le strade del paese, a far da ala al grandioso corteo che l'accompagna al cimitero. E' quasi una forma di gratitudine, una restituzione da parte di quelle ragazze alle quali Liliana aveva insegnato non solo a leggere e scrivere ma anche il senso di una nuova dignità.

"Ancora oggi, Liliana Rossi è un simbolo per tutte le donne di ogni razza e nazione"

   

il 24 aprile 2018, l’istituto Comprensivo “A. Moro-Don Tonino Bello”, di Rutigliano, intitola la sua scuola  dell’Infanzia di via Dante a Liliana; nel Novembre 2020, la Pinacoteca (ex sede dell'Ospedale civile di Ascoli Satriano) viene intitolata a Liliana Rossi; il 4 novembre 2022, il comune di Bovino dedica alla giovane il parco del paese.

La passione per il violino

“… il violino era la sua passione, quando era con il violino davanti allo spartito Liliana entrava in un altro mondo . Il violino per Liliana era tutto …”


Nei primi anni vissuti a Bovino, fu la mamma Giuseppina a far comprendere le eccezionali doti musicali a Liliana che nel frattempo era stata avviata allo studio del violino con il maestro Giulio Siniscalco di Napoli, insegnate musicale nel “Liceo Musicale Umberto Giordano” di Foggia dove fu iscritta. Il 4 giugno 1939 suonò per la prima volta in pubblico, in occasione del saggio che il Liceo organizzava per presentare le sue classi, eseguì “Il piccolo valzer  e il girotondo” di Alberto Curci per violino solo, con grande successo.

Con la guida del suo maestro Giulio Siniscalco, Liliana imparò presto a suonare il violino tanto da essere chiamata ad altre esecuzioni nei “Saggi” del liceo musicale: il 9 giugno 1940, il 3 maggio 1941 e il 20 dicembre 1942. Col tempo il Liceo Musicale divenne Conservatorio con i maestri  Siniscalco e Camillo Baccigalupi (pianoforte), il direttore Aladino De Martino e Osvaldo Pirani (violoncello). Con l’avvento della guerra, Liliana e i suoi coetanei dovettero interrompere gli studi. Ripresi gli studi di violino, il 24 ottobre 1947 fece gli esami  per il passaggio all’ VIII anno di violino. Dopo il diploma di violino, Liliana si iscrisse ai corsi di perfezionamento che si tenevano presso l’Accademia Chigiana di Siena. Partecipò, previo esame al corso internazionale di violino nel 1951.

Suonò ancora in pubblico il 14 giugno 1948 nel salone di Palazzo Dogana a Foggia. Il 4 giugno 1949, partecipava al secondo Saggio delle classi di violino e quartetto, nel Salone di Palazzo Dogana suonando come primo violino il Quartetto mi bemolle maggiore di Haydn, la Ballade et polonaise di Vieuxtemps e Mozart , l’Allegro molto dal Concertante per due violini e piano; successivamente il 18 giugno, sempre nel Salone di Palazzo Dogana eseguì il Concerto in mi minore di Mendelssohn e la Romanza per violino e pianoforte di Teresa Procaccini. A Napoli il 7 giugno 1950, partecipa al secondo saggio Saggio scolastico delle classi di violino eseguendo il Concerto in re maggiore di Ciaikovski, poi il 10 giugno  il terzo Saggio scolastico suona in quartetto musiche di Beethoven e Schumann, infine sostiene l’esame conclusivo al termine del X anno per il conseguimento del Diploma di Violino in tre giorni (3, 4 e 5 luglio 1950) con questo programma: Corelli “La follia”; Vivaldi-Respighi “Sonata in re”; Mendelssohn “Concerto in mi minore”; Ciaikovski “Concerto in re maggiore”; Bach “Sonate IV e V”; Paganini “Capricci 9-10-13-16-22-28”.

Nonostante fosse impegnata in attività di studi giuridici, Liliana non aveva trascurato l’impegno musicale. Negli anni dal 1954 sino al giugno 1956 tenne concerti a Cerignola il 4 luglio 1954, a Martina Franca il 30 aprile 1955, a Foggia il 12 maggio e il 23 giugno 1955, a Bovino il 30 ottobre 1955 per il 50° di Sacerdozio del Vescovo di Bovino, a Foggia il 4 febbraio 1956 all’Istituto Giannone e l’11 febbraio per il Cineclub, a Bari l’11 marzo 1956 con l’Accademia Polifonica Barese, e poi l’ultimo concerto il 2 maggio 1956 in ricordo di Mozart, con l’esecuzione del "Concerto in la maggiore di Mozart".

L'impegno politico e sociale

Nel 1956, Liliana si era iscritta al Partito Comunista Italiano. La sua visione del Comunismo non era quella di Stalin, della dittatura russa, per intenderci, ma, semmai, si ispirava al senso dell’impegno così come concepito da Gramsci e Di Vittorio.

Una delle poche donne, per quei tempi, militanti nel partito comunista, impegnata anima e corpo nelle battaglie sociali e politiche del suo paese. È portatrice di valori che sembrano giusti quanto pericolosi. Sulle piazze incoraggia gli operai e i contadini di Ascoli Satriano a lottare per i loro diritti, per le strade va in cerca di emarginati e persone bisognose di aiuto. Ma nel piccolo paese del foggiano c’è bisogno di assistere anche i bambini e gli adolescenti destinati a rimanere analfabeti e privi di cultura, destinati a una vita di sottomissione.

Venne candidata nelle liste del PCI al Consiglio Comunale di Foggia nelle elezioni fissate per il 27 maggio  1956. Si impegnò molto nella campagna elettorale, intensificò la sua attività politica e fece comizi, incontri, riunioni di donne nei quartieri popolari. Il 20 maggio nel cinema Sala Dante di Foggia, Liliana tenne una conferenza sul tema “La Costituzione e le autonomie locali”.

Il cinema era pieno e tra il pubblico si notava la presenza di molti studenti universitari, giovani professionisti per ascoltare Liliana. Al tavolo della presidenza c’era il Senatore Giuseppe Imperiale, capolista e candidato sindaco. Era chiaro che i dirigenti puntavano a un rinnovamento del partito e a un suo sviluppo nella città, ritenevano Liliana una grande risorsa politica, come donna e intellettuale.

Liliana non fu eletta proprio perché rappresentava una novità, quella del protagonismo delle donne e del valore della cultura. I voti ricevuti erano quelli di giovani e di intellettuali. Ad Ascoli invece il suo intervento fu decisivo per l’affermazione del PCI, un successo difficile e contrastato perché la società ascolana era divisa in due blocchi, quasi della stessa entità numerica come il risultato delle elezioni dimostrò.

Poco prima di morire tenne un discorso bellissimo sulla condizione delle donne meridionali. Discute di diritti, di salario, di formazione scolastica, ma anche di rapporti famigliari, di retaggi sociali, di religione. Parla di emancipazione attraverso il lavoro, di bracciantato. Spiega che la pace, la questione meridionale e perfino dell’attuazione della Costituzione, passano per la capacità delle donne di trasformare la propria condizione.

"Del perduto amore"

"Del perduto amore" film di Michele Placido (1998), in cui si parla di Liliana Rossi

Don Gerardo torna con la memoria alla seconda metà degli anni cinquanta, quando, ragazzo pieno di sinceri entusiasmi religiosi, ma anche travolto dai primi turbamenti del sesso, viene allontanato dal collegio per quello che alle autorità è sembrato un episodio di omosessualità. Nel suo paese si sente a disagio, si sente estraneo all'ambiente familiare, si sente fuori luogo con i coetanei. È invece sempre più attratto da Liliana, una militante comunista poco più che ventenne, osteggiata ed insieme ammirata dall'intera comunità, della quale si innamora con la dedizione senza mezzi termini della prima adolescenza ...

- Scheda film da sas.bg.it

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Fonte: 
- "Il tempo di Liliana, tra musica e impegno civile (1932-1956)" di Angelo Rossi, Guida Editori 2023
- "Liliana Rossi. Una figura di libertà", da un articolo di Anna Potito
 ( Febbraio 2005 )
-
https://it.wikipedia.org/wiki/Del_perduto_amore


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