Home > vivere Ascoli > Servizi speciali > Palazzo d’Ascoli, la meraviglia nascosta


“… molto più che una semplice masseria, Palazzo del Principe, oggi conosciuto come Palazzo d’Ascoli, rappresenta un esempio di vero e proprio borgo rurale, che affonda le proprie radici nel Medioevo e che a partire dal XV secolo arrivò a contare un territorio di 2000 ettari, diventando un latifondo per estensione e una vera e propria borgata per numero di abitanti ...”


In pochi lo sanno che il complesso di Palazzo d’Ascoli è una delle rilevanze architettoniche più belle della Capitanata. Situato in una zona strategica, crocevia per la transumanza ieri, e oggi porta d’accesso dei Monti Dauni, il Palazzo d’Ascoli svetta su un altopiano che controlla il territorio del Basso Tavoliere e della Valle del Carapelle. E’ localizzato a circa 5 km a nord-ovest di Ascoli Satriano e si sviluppa lungo la sommità di un rilievo digradante verso la valle del Carapelle, affacciato sulla SP Foggia-Ascoli Satriano, che ripercorre un tratto del tratturello Cervaro-Candela-Sant’Agata. Proprietà privata, non visitabile.

Già ager publicus (“agro pubblico”) al tempo dei Romani. Nel 1255 l’Imperatore svevo Manfredi, non potendo entrare in Ascoli, perché sotto il potere del legato papale Uberto degli Ubaldini, si fermò a Palazzo d’Ascoli prendendo degli ostaggi in pegno e passa per Corneto che gli era rimasta fedele.

L’appartenenza del complesso al Regio Demanio già a partire dal 1492 è attestata da un’iscrizione, esso fu realizzato nel 1485, da parte di Ferrante d’Aragona. I cavalli qui allevati erano di una razza nobile (“Maddalena”) e servivano all’esercito dei viceré spagnoli. Sfruttavano i pascoli del demanio ascolano nel periodo compreso tra il mese di febbraio e quello di maggio. Il Palazzo Reale spicca per la sua monumentalità: il complesso è caratterizzato da un’ampia corte centrale quadrangolare definita da quattro corpi di fabbrica; lungo la facciata esterna dell’edificio sud-occidentale, organizzato su due piani, sono ben leggibili una cappella, il portale d’ingresso e una torre cilindrica che, assieme ai locali adibiti a stalle, sembrerebbero non aver subito pesanti alterazioni.

   

il Palazzo Reale è caratterizzato da un’ampia corte centrale quadrangolare e da quattro corpi di fabbrica

La parte meglio conservata è quella del complesso della torre, nucleo principale della borghesia che lo ha abitato in tempi recenti. Salendo dal cortile di ingresso si nota lo stemma aragonese e l’iscrizione che ricorda il passaggio tra le proprietà della famiglia fiorentina dei Rinuccini (1695). L’interno della torre si presenta con una volta ancora elegantemente affrescata e in ottimo stato di conservazione. Proseguendo si incontrano gli archivi e altre stanze ad uso abitativo.

   

la Torre cilindrica, l’interno della torre si presenta con una volta ancora elegantemente affrescata

La Chiesa di Palazzo d’Ascoli è compresa nel lato Sud del quadrilatero componente l’imponente masseria. Ha il portale in pietra suta, un altare in marmo sormontato da una tela in olio, la volta a botte con lunotti è dipinta a calce, acquasantiera in pietra, armadio a muro, pavimento in riquadri di argilla cotta. Ha il campanile centrale che insiste sul frontone.

   

la Chiesa di Palazzo d’Ascoli

Un altro momento significativo della storia di Palazzo d’Ascoli é la seconda metà del XX secolo, quando sotto la proprietà della Toro Assicurazioni divenne una vera e propria tenuta agricola di 600 ettari, con tante famiglie che vivevano grazie a sistemi di agricoltura e allevamento che per l’epoca erano praticamente futuristici. Arrivò, tuttavia, un rapido declino, che portò ad un abbandono totale.

Nel 2012 la cantinetta del Palazzo ha ospitato alcune scene della produzione Rai, “Il generale dei briganti”.


Fonte:
- ilmegafono.eu - Francesco Gasbarro, 9 marzo 2020
- agroalimentarenews.it
- foto di: Saverio Simone, Gerardo Mastromarco e Giusy Di Stefano


Ascoli Satriano, visitando il borgo -  © web design by Piero Pota   ( www.ascolisatrianofg.it )