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“... in Via San Rocco all’altezza della casa del Dott. Carlucci, una bomba a mano fu lanciata sul camion in movimento, mentre elementi civili isolatamente attaccavano il reparto. Diversi tedeschi rimasero colpiti. Il Comando tedesco a tale affronto, inviò un ultimatum in paese che se entro due ore, non avessero, le autorità provveduto a consegnare dieci ostaggi, oltre a sigarette, vettovaglie ed altro, sarebbero stati costretti ad aprire il fuoco contro l’abitato cittadino  ...” 

CIL (Corpo Italiano di Liberazione)

Le truppe tedesche erano già in città sin dalla fine del 1942. Vi era anche di stanza un reparto della Milizia Volontaria, nei locali della CIL (Corpo Italiano di Liberazione), mentre i tedeschi erano alloggiati nei locali del macello e nel boschetto alla periferia del paese. Dopo il 25 luglio i locali della CIL furono sgombrati dalla Milizia ed i tedeschi intensificarono le loro richieste in vettovaglia e altri generi voluttuari. La popolazione pazientemente sottostava alle continue richieste. Intanto si erano verificati dei casi strani di morte violenta, in contrada Corleto, il 25 febbraio 1943, dove morì Silba Nicola di Rocchetta Sant’Antonio. L’altro caso avvenne il 14 aprile 1943 nella masseria di Pozzo Spagnolo, pure morte violenta, di Senese Angelo di Canosa di Puglia. I due casi erano stati registrati dal Pretore di Ascoli e fatti segnare nei registri dello Stato Civile del Comune con la famosa formula “morte violenta” senza specificare la natura del decesso. Dopo l’8 settembre i tedeschi incalzarono con le loro richieste, anzi si rivolgevano alle autorità per ottenere oggetti preziosi, vettovaglie e tutto ciò che il capriccio e l’arroganza li spingeva a chiedere, sempre sotto la minaccia della rappresaglia. Gli ascolani, specie i politici appartenenti agli ex partiti delle Opposizioni, che dopo il 25 luglio 1943 avevano ripreso le iniziative per la riorganizzazione delle Leghe e dei Partiti, mal sopportavano la tracotanza dei tedeschi.

Si venne a sapere negli ambienti dei politici, che i Militi quando si sciolsero, avevano lasciate le proprie armi nei locali della CIL. Di notte tempo le armi depositate furono prelevate e distribuite ad elementi fidati. I tedeschi seppero della sparizione delle armi dal deposito, si tennero sulla difensiva, temendo un’azione della popolazione, si trasferirono sulla “Collina Pompei”, ed in contrada “Porcile”. In tale posizione potevano minacciare il paese. Le notizie che pervenivano in città, circa l’avvicinarsi delle truppe alleate rincuorarono gli ascolani. Il 25 e 26 settembre 1943 i tedeschi effettuavano il loro trasferimento sulle colline, mentre razziavano il paese.

In Via San Rocco all’altezza della casa del Dott. Carlucci, una bomba a mano fu lanciata sul camion in movimento, mentre elementi civili isolatamente attaccavano il reparto. Diversi tedeschi rimasero colpiti. Tra i civili morì un certo Sollazzo di Bisaccia. Il Comando tedesco a tale affronto, a mezzo di un contadino del posto, inviò un ultimatum in paese che se entro due ore, non avessero, le autorità provveduto a consegnare dieci ostaggi, oltre a sigarette, orologi d’oro, vettovaglie ed altro, sarebbero stati costretti ad aprire il fuoco contro l’abitato cittadino.

Allo scadere del termine accordato, i tedeschi aprirono il fuoco con le bombarde, contro il paese. Sotto il bombardamento tedesco gli ascolani reagirono e tentarono di assaltare le postazioni tedesche. Tra tanti dolorosi eventi accompagnati da copioso spargimento di sangue diede prova di coraggio, pur compiendo il suo dovere di Pastore, Monsignor Vittorio Consigliere, Vescovo di Ascoli e Cerignola. Mentre infuriavano i bombardamenti e la sparatoria da parte dei civili animosi ed accecati di odio, Egli, il Pastore non poteva rimanere estraneo al cospetto di tanto ardire e di copioso sangue che i suoi figli versavano in lotta cruenta, scese dal suo sicuro rifugio, il Palazzo Vescovile, indossando i paramenti sacri; accompagnato da sacerdoti che con lui vollero dividere il pericolo, si avviarono tutti insieme verso le posizioni tedesche. All’apparire del corteo, il fuoco poco dopo cessò ed il Vescovo poté raggiungere le postazioni ed ivi parlamentare con il comandante tedesco, il quale ancora accecato dalla rabbia teutonica, mentre faceva contemplare i feriti suoi commilitoni, confermò le sue richieste già avanzate, con l’aggiunta della immediata consegna delle armi dei rivoltosi. Mons. Consigliere cercò di prendere tempo per portare a termine l’incarico e le richieste del comandante feroce. Scese dalla postazione “Collina Pompei” ed entrò in paese.

I notabili, del paese, si consultavano sul da farsi, allorquando si precipitò nella sala consiliare, ove avveniva il convegno, un contadino e gridando disse: “Arrivano gli alleati”. Infatti due camionette Canadesi provenienti da Cerignola entrarono nella città, già evacuata, dai tedeschi. I presenti fecero sapere ai Canadesi l’accaduto e la posizione che avevano i tedeschi. Le truppe alleate, si munirono di lancia fiamme e con altre camionette raggiunte, accompagnati da animosi ascolani, che avevano già preso parte alla battaglia, si precipitarono sui tedeschi investendoli con i lancia fiamme e con le armi automatiche. I tedeschi che si erano asserragliati nell’azienda “Porcile” dei F.lli Di Loreto, abbandonarono la posizione e scesero verso la stazione ferroviaria. Furono raggiunti dagli inseguitori e pagarono a caro prezzo la loro azione di rappresaglia usata contro la popolazione di Ascoli.

Si chiuse così l’eroismo degli Ascolani e la Vittoria Alleata nella zona.

Perirono per fatti d’arme

  • 25.09.1943 Sansone Elena in Corso Belvedere 27

  • 25.09.1943 Zavatta Domenico in Corso Belvedere 95

  • 26.09.1943 Caccavale Cosimo Antonio in Corso Belvedere 95

  • 26.09.1943 Una intera famiglia perì sotto le macerie della propria casa in Via S. Maria del Popolo 18

  • 26.09.1943 La Stella Michele, Spezzacatena Gaetana (moglie), La Stella Pietro e Gerardina

  • 26.09.1943 Curcetti maritata Ripandelli e Caccavalla, feriti per via

  • 26.09.1943 Ripandelli Antonio deceduto e la madre Maria Antonietta ferita

  • 29.09.1943 La Stella Antonietta, deceduta in seguito a ferite

  • 18.10.1943 Frattiani Aurelio, deceduto in seguito a ferite

  • 23.10.1943 Rollo Gerardo Donato, deceduto in seguito a ferite

  • 26.10.1943 Rizzi Michelina da Foggia in Via Roma 48 durante l’attacco al posto Collina Pompei

  • 12.11.1943 Frasca Pietro da Lacedonia presso lo scalo ferroviario fu trovato morto in un campo in seguito a ferita riportata per inseguire i tedeschi


 Fonte: Quaderni Ascolani ( II ), "Alle radici della vita democratica di Ascoli Satriano (1943-1954)"


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