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"... il Convento fu fondato 1621 dai Frati Minori Riformati, nel 1623  iniziò la costruzione del complesso religioso. Il Collegio Serafico sorto per iniziativa del Padre Ermenegildo Cappiello da Biccari (FG). La posa della prima pietra avvenne il 17 settembre 1935 da parte di Padre Cristoforo Valentini da Santeramo in Colle (BA) ..."

Risalente al sec. XVII, ubicata in Piazza San Francesco d'Assisi, ha un armonica facciata con un bel portale di forme barocche. Si pose la prima pietra del convento e della chiesa il 14 maggio 1623 per iniziativa del Vescovo di Ascoli mons. Francesco della Marra (1620-1624) e dell’Università di Ascoli (Amministrazione Comunale) quando il 28 novembre del 1621 furono chiamati in Ascoli i padri francescani riformati. Sorge sulla sommità della collina S. Potito, prima di allora chiamata colle di S. Marena, nome dell’abbazia proprietaria della collina. Fu consacrata dal Vescovo di Ascoli mons. Giuseppe Campanile (1737-1771) nel 1765. La Chiesa ha i lineamenti della classica architettura francescana, a due navate, con la terza sovrapposta al portico settentrionale del chiostro del contiguo convento, che conserva un bel pozzo in pietra. Sono presenti altari del XVIII secolo, in marmi policromi. Gli altari dedicati a: San Pasquale Baylon, San Francesco con S. Elisabetta d’Ungheria e San Ludovico re, a San Potito Martire e all’Immacolata Concezione, sono opere di Domenico Aloja, datate 1771. Ad Aloja è attribuibile anche l’altare dedicato a Sant’Antonio, che ricalca le componenti strutturali e decorative dei succitati quattro altari, realizzato nel 1773, come attesta la data incisa nel paliotto. A Domenico Aloja va ricondotta l’esecuzione delle due finissime mostre marmoree degli armadi reliquiario allogati nel presbiterio, datate 1777. L’altare maggiore, è opera di Giuseppe Bastelli del 1731.

Sono presenti dipinti ed arredi del settecento; artistiche statue della stessa epoca ( Crocifisso, S. Potito, S. Pasquale ) in legno dipinto. Nella facciata,  è presente una nicchia aperta sul timpano che ospita la statua in terracotta policroma (molto deteriorata) di S. Potito. Sul tetto è presente un notevole campanile a vela bipartito, sormontato da una cuspide triangolare. Nella chiesa, a partire dall’ingresso, sono presenti affreschi nella volta della navata centrale, contenuti dentro cornici di stucco. Gli affreschi furono eseguiti nel 1923, in occasione del terzo centenario della fondazione del convento di S. Potito. L’autore degli affreschi è l’artista francescano Padre Samuele Puri delle provincia romana dell’Aracoeli. Gli affreschi rappresentano, dall’ingresso al presbiterio: S. Francesco riceve le stimmate alla presenza di un Serafino, l’Assunzione di Maria Vergine con Angeli festanti e l’Immacolata Concezione con ai lati in basso S. Francesco e S. Chiara. La chiesa e il convento di S. Potito sono rappresentati da due santi. Nell’area del presbiterio e del coro inferiore, dentro cornici a ovuli sono rappresentati l’Occhio triangolare di Dio Trinitario, l’Agnello di Dio con l’orifiamma di S. Bernardino e l’IHS del Santissimo. Sulla Parete posteriore della facciata, nei due spicchi ai lati del tamburo è presente la scena dell’Annunciazione.

        

Tra l’altare di S. Potito e la balaustra è presente un’epigrafe in pietra rossa. Lo scritto ricorda la tumulazione nella chiesa di Padre Paolino da Cerignola (FG) Vicario Generale dei Riformati e Ministro Provinciale, avvenuta nel 1738. Sul lato sinistro rispetto all’altare maggiore è presente un’altra epigrafe in pietra rossa, ricorda la dedicazione della chiesa, fatta dal Vescovo mons. Giuseppe Campanile il 16 giugno 1765.

Nella Chiesa sono presenti due cori. Quello inferiore, dietro l’altare maggiore del 1643 è costituito da un doppio ordine di scanni con 26 posti a sedere, oltre a quello centrale riservato al Padre Superiore. Il coro è completamente intagliato a mano da artista sconosciuto. Il coro superiore è ubicato in un ambiente più ampio di quello inferiore e vi si accede tramite una scalinata collegata con il vecchio convento e con gli ex locali del Collegio Serafico. E’ costituito da un’unica serie di 17 scanni aventi la sequenza uguale a quella del coro inferiore.

La Chiesa fu elevata a sede di Parrocchia il 13 giugno 1941 per iniziativa di Mons. Vincenzo Santoro, Assessore alla sacra Congregazione Concistoriale e del Vescovo mons. Vittorio Consigliere. La Parrocchia fu affidata ai frati Minori Francescani che ancora oggi la gestiscono.

Il 30 gennaio 1978 un grave incendio danneggiò la chiesa e gli arredi sacri. Il fuoco danneggiò il Cristo laccato, le statue di S. Potito e S. Antonio, gli affreschi nella volta centrale e l’altare della Madonna del Carmine. I restauri degli affreschi furono eseguiti da Padre Paolo Manocchio da Campobasso con l’aiuto di Antonio Attila. Nella stessa occasione l’artista Nick Petrucelli di S. Marco in Lamis (FG) restaurò le statue danneggiate. Sulle pareti del coro esistono le seguenti tele: sulla parete centrale c’è la tela “Il perdono di Assisi” del pittore Domenico Caso dell’anno 1785; sulla parete destra un ovulo con il santo “Tommaso da Cori” e il santo “Pacifico di San Severino Marche”, entrambi di epoca settecentesca. Dopo i restauri, il 7 aprile del 1979 la chiesa è stata riaperta al culto. La cerimonia fu presieduta dal Vicario Diocesano don Rocco Valente.

Oltre alle festività religiose francescane la parrocchia festeggia solennemente due ricorrenze sentite dalla tradizione e dal popolo ascolano: S. Antonio da Padova il 13 giugno e la Madonna del Carmine il 16 luglio.

panoramica

altare maggiore - coro ligneo barocco del 1643


Il Convento

Il convento fu fondato 1621 dai Frati Minori Riformati. Nel 1623  iniziò la costruzione del complesso religioso. La struttura conventuale è contigua e unita alla Chiesa omonima. Ha ospitato fin dalla sua fondazione i padri francescani riformati o frati minori. La chiamata della comunità francescana avvenne su iniziativa del Vescovo mons. Francesco della Marra ( 1620-1624 ) che si addossò la spesa di pagare il censo annuo di due ducati all’abbazia di S. Marena proprietaria del terreno. Inoltre la pubblica amministrazione versava 40 ducati annui ai padri francescani per rifocillare i poveri. La prima pietra fu posata alla presenza delle autorità civili di Ascoli, del Vescovo Francesco della Marra, del Vescovo di Lucera mons. Fabrizio Suardo, del Vescovo di Andria mons. Antonio Francesco, del duca d’Andria e del principe Macchia. Furono chiamati due famosi predicatori francescani: Padre Anselmo da Vietri e Padre Matteo da Vico. Quest’ultimo fu il primo presidente della novella comunità francescana. Il francescano Arcangelo da Montesarchio nella sua Cronistoria del 1732, riferisce che il convento iniziò ad essere abitato a partire dal 1636. Il convento superò le leggi restrittive murattiane del 1806 ma non quelle del 1866 del neo regno d’Italia che lo soppresse ed acquisito al patrimonio comunale. Il convento fu riaperto nel 1895 per iniziativa di Padre Serafino Travaglio.

facciata del convento  convento - chiostro interno, il pozzo in pietra     

facciata del Convento, il pozzo in pietra, i Padri: Vincenzo Gallo, Carlo Tenace e Ciro Nido


Il Collegio Serafico

Sorto per iniziativa del Padre Ermenegildo Cappiello da Biccari (FG), allora superiore del convento di S. Potito. La posa della prima pietra avvenne il 17 settembre 1935 da parte di Padre Cristoforo Valentini da Santeramo in Colle (BA), Ministro Provinciale. Il progetto fu redatto dall'allora Potestà di Ascoli dott. ing. Matteo Martelli da Rignano Garganico (FG). I lavori furono affidati alla ditta costruttrice “Grassotti Michelino” di Ascoli Satriano. Fu inaugurato il 3 luglio 1938 alla presenza del Vescovo di Ascoli Satriano e Cerignola mons. Vittorio Consigliere, del Vescovo di Bovino Mons. Innocenzo Alfredo Russo O.F.M., del Ministro Generale dei Frati Minori Padre Leonardo Maria Bello, di Padre Agostino Castrillo (Servo di Dio) all’epoca segretario Provinciale dei Frati Minori. Il corpo di fabbrica del Collegio Serafico è contiguo al Convento. Il disimpegno del piano superiore è assicurato dalla vecchia scala di servizio del Convento. L'aula Magna del Seminario (oggi Biblioteca Comunale "Pasquale Rosario" fu dedicata al Rev. Padre Francesco Antonio De Padova da S. Giovanni Rotondo (FG), Lettore Giubilato e Filosofo, morto il 13 luglio 1916 nel Convento di S. Potito. Primo Prefetto degli Studi fu Padre Anselmo Laganaro di S. Agata di Puglia (FG). Merita di essere ricordata la proficua iniziativa di quest'ultimo religioso il quale favorì nel periodo prima e durante la seconda guerra mondiale, il cosiddetto "Esternato Scolastico", che dava la possibilità ai ragazzi ascolani di frequentare in Convento le lezioni scolastiche con i coetanei "fratini", fatto estremamente importante in quanto il paese era privo di scuole e di professori, specie durante il periodo bellico. Il 16 luglio 1971, il Governo della Provincia, presieduto da Padre Angelo M. Marracino da Volturino (FG), dopo aver consultato il Consiglio Plenario Provinciale, decise di chiudere il seminario Serafico di "S.Potito", per mancanza di vocazioni e per adeguare la formazione religiosa alla direttive vocazionali moderne.

        

da sinistra: Padre Agostino Castrillo, Padre Anselmo Laganaro e il Padre Rettore Fulgenzio Corcelli


Fonte:
-  Francescani e Francescanesimo ad Ascoli di Giuseppe d'Arcangelo - Centro Studi "Territorio e Ambiente" di Ascoli Satriano
-  ofmpugliamolise.it/convents/12-san-potito
-  santagatesinelmondo.it/archivio/Padre%20Anselmo%20Laganaro/
-  letteremeridiane.org/2017/06/proclamato-venerabile-padre-castrillo/


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