Pietro Sarni:
la capacità e la modestia |
by Potito Balzano,
Corsico, 30
Novembre 2008
Molte volte negli anni ’50, chiuse le scuole nei primi giorni
dei mesi di Giugno, abbiamo percorso le stesse strade polverose e
abbacinate dal sole tra i poderi di Zampaglione a caccia di lucertole e
di nidi di quaglie. Lui, Pietro, ( ma per noi era P’trucc’ oppure
Pierin’)maggiore di me di un paio d’anni e perciò appartenente, con mio
fratello Salvatore, al gruppo dei “grandi”, lo ricordo con i pantaloni
corti, le esili gambe abbronzate graffiate dalla dura “ristoccia”. E
ricordo suo padre, Salvatore (Turicchj’) Sarni, corporatura massiccia,
capelli perennemente tagliati a zero, il viso cotto dal sole: la sua
figura si stagliava nettamente nei capannelli dei coltivatori diretti
quando si riunivano per discutere. E anche lui, Pietro, come noi,
osservava quegli uomini e quelle donne con timore reverenziale misto ad
ammirazione e chissà se, in cuor suo, già presagiva che comunque non
sarebbe rimasto a trascinare la sua giovinezza in quella arida e
difficile campagna. Ed infatti lo ritrovo oggi seduto sulla ergonomica
sedia di pelle nel suo ufficio davanti al computer mentre parla,
attraverso Skype, con un suo cliente in Argentina. Sono trascorsi nel
frattempo cinquant’anni. Di strada ne ha percorsa tanta. Abbiamo
entrambi i capelli imbiancati dal tempo. Lo sguardo è rimasto quello di
Zampaglione e così la sua irruenza verbale ma quel ragazzo è oggi un
imprenditore che con molto pudore, quasi con fatica, parla dei suoi
successi. Partito dalla Scuola di Arti e Mestieri di Ascoli di cui
ricorda con riconoscenza i maestri di tornio e di lima:- Paolo Conte,
Pasquale “Ciferri” e i sigg.ri Antonio Iazzetti il padre (Mast’Antonij’)
e il figlio Potito (P’t’tucc’), purtroppo venuto a mancare molto giovane
- è approdato a Milano negli anni sessanta, quando aveva appena 16
anni. Pur dovendo lavorare per mantenersi non ha mai abbandonato la
passione per lo studio che gli era rimasta frequentando le scuole medie
di Ascoli. Applicandosi con determinazione ha conseguito dapprima il
Diploma di Disegnatore Meccanico, che gli valse una medaglia di bronzo
”al merito” consegnatagli dall’allora Sindaco di Milano Aldo Aniasi,
e, successivamente, il diploma di Perito Industriale Capotecnico
conseguito frequentando l’Istituto “ Feltrinelli di Milano”. Dopo
dieci anni di lavoro dipendente ed aver raggiunto la qualifica di
Dirigente presso un’azienda metalmeccanica, quando ritenne che non
aveva più nulla da imparare, con un socio milanese impiantò una
officina specializzata nella produzione di lame. Aveva poco più di
trent’anni. Rilevata dopo qualche tempo la quota del socio ha
continuato da solo la scommessa imprenditoriale ingrandendo l’officina e
trasformandola in un’azienda all’avanguardia per tecnologia e know-how.
Ricerca e Innovazione si traducono in progetti e prodotti. Oggi la
DELSAR è considerata il quarto produttore in Europa di lame per
l’industria che esporta in tutto il mondo. E lui, Pierino, che continua
a produrre ricchezza che significa stipendi per i suoi operai e le loro
famiglie, tasse e contributi che vanno allo Stato e tramite esso in
servizi alla collettività, che porta nel mondo il genio e la laboriosità
dell’ Italia, lui si trasforma, si accende di gioia infantile quando
parla di Ascoli con gli ascolani e non smetterebbe mai di ricordare come
fa ora con me. Ed il suo entusiasmo è così coinvolgente che…si è fatto
buio senza che me ne accorgessi. Diavolo di un Pierino ! |