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"... la Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano è stata istituita il 30 settembre 1986 con il documento della Congregazione dei Vescovi sul Riordino delle circoscrizioni ecclesiastiche italiane. I Comuni della Diocesi sono: Cerignola, Ascoli Satriano, Candela, Carapelle, Ordona, Orta Nova, Rocchetta Sant’Antonio, Stornara e Stornarella ..."

mappa diocesi Cerignola- Ascoli Satriano

L’origine della Chiesa locale è avvolta dalla leggenda ma, come ogni leggenda, conserva e tramanda un importante nucleo di verità: essa dimostra quanto antica sia la diffusione del Cristianesimo nel nostro territorio. Infatti, secondo una tradizione non avallata da fonti documentarie certe, il primo Vescovo della nostra comunità cristiana veniva dall’Oriente e si chiamava Leone. Questo è il nome tramandato per colui che fu pastore di Herdonia e Ausculum durante il pontificato di Sant’Evaristo, agli inizi del II secolo d.C. Sede principale della Chiesa locale fu la città di Herdonia fino alla sua distruzione da parte dell’imperatore bizantino Costante II nel 663; dopo questa data, durante il tumultuoso periodo delle guerre greco-gotiche, le arroccate colline di Ascoli poterono sembrare un rifugio ben più sicuro della pianura sottostante al Vescovo e al popolo che trovava presso il suo pastore spirituale anche protezione materiale, vista la totale mancanza contemporanea di riferimenti civili e politici. Nel IX secolo (893 circa) la Chiesa di Ascoli fu assegnata alla Diocesi di Benevento, ma solo dall’XI secolo è possibile ricostruire la successione vescovile sulla cattedra ascolana. Fu tra le prime Diocesi nel Mezzogiorno d’Italia a dotarsi nel 1648, dopo il Concilio di Trento, di un seminario. Alla fine del XVIII secolo, oltre al territorio di Ascoli, la Diocesi comprendeva Candela e i Cinque Reali Siti (Carapelle, Orta Nova, Ordona, Stornara e Stornarella).

Prima di essere unite nel 1819, le Chiese di Ascoli Satriano e Cerignola erano distinte: l’una sede di Diocesi l’altra Arcipretura Nullius, vale a dire con arciprete e clero locale soggetti direttamente alla Santa Sede. Le notizie storiche relative alla Chiesa cerignolana risalgono alla metà del XIII secolo, dal momento che in un documento federiciano, il Quaternus de Excadenciis (et Revocatis), è attestata l’esistenza in loco di una chiesa intitolata a Sancti Petri. Le due Chiese furono unite aeque principaliter il 14 giugno 1819 da Papa Pio VII con la Bolla Quamquam per Nuperrimam.

La Diocesi di Ascoli Satriano e Cerignola ha fatto parte della Regione Ecclesiastica Beneventana fino al 1976; il 12 settembre di quello stesso anno è stata accorpata alla Regione Ecclesiastica Pugliese. Dal 13 aprile 1979 è suffraganea dell’Arcidiocesi di Foggia-Bovino. Dal 1982 fa parte della Diocesi anche il Comune di Rocchetta Sant’Antonio.

La Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano è stata istituita il 30 settembre 1986 con il documento della Congregazione dei Vescovi sul Riordino delle circoscrizioni ecclesiastiche italiane. I Comuni della Diocesi sono Cerignola, Ascoli Satriano, Candela, Carapelle, Ordona, Orta Nova, Rocchetta Sant’Antonio, Stornara e Stornarella.


La Cattedrale di Ascoli Satriano
il Duomo - la Cattedrale

La chiesa della Natività della Beata Vergine Maria è la più importante testimonianza di architettura cristiana in Ascoli Satriano. La sua edificazione risale alla seconda metà del XIII secolo ed è stata di proprietà dei Francescani Conventuali fino a quando, nel 1455, con Bolla di Papa Callisto III, sostituì la precedente Cattedrale di Santa Maria del Principio ormai in rovina e non più adatta a rappresentare il fulcro della fede cittadina.La sua struttura architettonica tardo-romanica è evidente nella facciata, nonostante alcune aggiunte posteriori quali le volute e i pinnacoli laterali; opera recentissima (1999) è la porta di bronzo con episodi cristologici e mariani del Maestro Igino Legnaghi di Verona. Invece, l’interno - a tre navate e a croce latina con le absidi in fondo a ciascuna navata - è stato profondamente modificato nel corso dei secoli e proprio tale stratificazione costituisce di per sé una ricca fonte di informazioni storiche della Chiesa locale e del nostro territorio in generale. La Cattedrale è peraltro un contenitore di opere d’arte di notevole valore al quale si deve aggiungere l’alto significato simbolico e mistagogico: altari di marmo intarsiati, tele magnifiche come il Transito di San Giuseppe di Corrado Giaquinto, affreschi meravigliosi come La Natività della Beata Vergine Maria di Vito Calò, stucchi allegorici e ornamentali, suppellettili preziosi. E molte di queste opere d’arte si possono ora ammirare anche nel Museo Diocesano.

La Cattedrale di Cerignola
la Cattedrale di Cerignola

Con la nascita della Diocesi di Ascoli Satriano e Cerignola, nel 1819, fu necessario dotare anche la sede vescovile di Cerignola di una cattedrale consona alla dignità assunta dalla Chiesa locale. La realizzazione del progetto di edificazione fu possibile grazie alla donazione di un ricco cittadino cerignolano, Paolo Tonti. Egli nominò suo erede universale il Comune di Cerignola con l’obbligo che l’intero lascito venisse impiegato per costruire la Chiesa Cattedrale della Città. Il Vescovo Antonio Sena pose la prima pietra per l’edificazione il 29 giugno 1873. Con alterne vicende, quello che molto affettuosamente viene chiamato dai cittadini di Cerignola Duomo Tonti fu infine consegnato al Vescovo Vittorio Consigliere, al Capitolo Cattedrale e all’intera popolazione il 14 settembre 1934. La Cattedrale è intitolata a San Pietro. Tutta la struttura architettonica è imponente. L’interno è a croce latina e a tre navate, con absidi laterali alle estremità dei bracci del transetto e un’abside centrale in fondo alla navata principale. Pregevoli sono gli arredi marmorei della Chiesa: il pulpito e gli altari laterali sono opera dei Fratelli Ruggiero ed Egidio Pergola di Cerignola mentre l’altare maggiore è stato realizzato dalla Ditta Tavano. L’esterno è caratterizzato da una facciata con tre portali sormontati da arcate ogivali e rosoni, due minori sulle porte laterali e uno maggiore in alto al centro; ma, soprattutto, ciò che attira lo sguardo del visitatore è la grandiosa cupola che ricorda quella fiorentina del Brunelleschi.


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